Stati Generali? No, grazie!




CRITICA AL MANIFESTO DEGLI STATI GENERALI DELLA GARFAGNANA E TERRE DEL SERCHIO

Che cosa sono gli Stati Generali della Garfagnana e Terre del Serchio? Nel manifesto pubblicato in questi giorni viene data questa definizione:

"Gli Stati Generali della Garfagnana e Terre del Serchio intendono creare un laboratorio collettivo formando massa critica, accogliendo le idee e le proposte della società civile. Intendono diventare contenitore di studi utile al rinnovamento anche di altri scenari, settori e comparti della vita sociale. Gli Stati generali nascono come nuova voce paritaria e popolare attraendo però le migliori professionalità, attraverso una struttura non più verticale. L’accesso è quindi aperto a tutti. Per compiere un passaggio comune che poi sia utile è necessario mettersi al servizio delle riforme. Disegnare il futuro di un territorio non è solo un obbligo morale, ma necessità professionale e diventa tratto irrinunciabile vestire panni egalitari. Gli Stati quindi non esigono etichette o preconcetti; gli aderenti sono tutti uguali e la voce di ognuno ha lo stesso valore espresso dagli altri. Diventa vitale quindi un rinnovato spirito culturale che unisca e crei massa critica per i bisogni collettivi del domani. E’ innegabile che siamo custodi del futuro dei nostri figli. Un futuro dove non si custodiscano solo le appartenenze di pochi, ma i bisogni di tutti. Ma gli Stati Generali della Garfagnana e Terre del Serchio sono anche luogo di incontro e confronto dove si coltiva soprattutto la “bellezza” intesa come bene universale,  in ogni scelta e gesto. Gli Stati Generali si alimentano di bellezza, perché solo dalla vicinanza e la comprensione di questo termine possiamo ripartire per costruire la nostra casa del domani. E scegliere di utilizzare gli strumenti per il futuro."

Giunti a questo punto , credo sia "vitale" dire che cosa siano realmente gli Stati Generali, visto che nella presentazione di questo manifesto, volutamente, o per ingiustificata dimenticanza, non se ne fa alcuna menzione. Gli stati Generali nascono come assemblea consultiva nel 1302 in Francia. L'ultima loro apparizione fu nel Maggio del 1789 per affrontare la crisi finanziaria che stava investendo la Francia; composti da rappresentanti del clero, dell'aristocrazia e del terzo stato, ossia la popolazione urbana e rurale, manifestarono da subito la loro inattendibilità, visto che clero e aristocratici, smossi dai medesimi interessi, crearono accordi per mettere in minoranza il Terzo Stato; fu così che quest'ultimo si autoproclamò Assemblea Nazionale determinando la fine di questo gioco maldestro. 
Che dire? Come è possibile tralasciare un così importante passaggio storico, visto che gli Stati Generali vennero convocati solamente 22 volte in 487 anni della loro storia? 

Adesso che conosciamo, seppur a "grandissime linee" che cosa siano gli Stati Generali, possiamo affermare con certezza, nonostante avendo letto solamente poche righe, che tale programma non sarà mai e in alcun modo, paritario e popolare, visto che per essere realmente paritario e popolare deve necessitare dell'abbattimento di ogni classe sociale; e come può farlo visto che si definisce Stati Generali? 

Scorrendo nella lettura di tale manifesto e giungendo al punto "Qual' è lo scopo degli Stati Generali ?", troviamo un'ulteriore conferma dell'ambiguità e dell'instabilità di tale progetto. Il punto in un suo passaggio recita così: "L'obbiettivo è quello di fornire agli amministratori del presente e del futuro gli strumenti necessari per un buon governo del domani". Inverosimile! Tale programma non fornirà niente di nuovo, ma solamente un inevitabile rilancio della borghesia locale, visto che ne sarà la protagonista principale. 

La situazione è davvero preoccupante e inevitabilmente catastrofica, considerando che tale manifesto può contare su un'altissima visibilità mediatica, la quale sta traendo in inganno i garfagnini attraverso una campagna demagogica di partecipazione di tutti i ceti sociali. La situazione viene aggravata quando si pensa che nel resto del paese si sta lavorando a fondo per far crescere il movimento "No Debito", mentre in Garfagnana, invece di affondare il colpo, si lavora per sostenere la borghesia in un suo momento critico.

Il manifesto si sviluppa attraverso altri quattro punti, i quali non dicono niente di nuovo, ma sembrano messi lì per riempire queste due pagine. Due pagine dove le parole Capitalismo e banca (protagoniste della crisi attuale) non figurano in alcuna maniera. 

Siamo noi a questo punto la vera e unica avanguardia cosciente dello stato attuale delle cose; siamo noi gli unici a denunciare, obbiettare, lottare contro i manigoldi del capitale; siamo noi che invitiamo la popolazione a scendere in piazza per manifestare la propria rabbia contro il potere ed i suoi servi. Solo attraverso la Rivoluzione si può dire basta al massacro popolare.

Partito Comunista dei Lavoratori sez. "Quarta Internazionale" Garfagnana.

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